Una riflessione sulla Soka

Su Sokarinnovamento ( http://www.sokarinnovamento.ru/introduzione.htm ), che si caratterizza per un'avversione viscerale nei confronti della dirigenza romana della Soka Gakkai e per un'altrettanta viscerale devozione nei confronti di Daisaku Ikeda e di Nichiren, si legge che dopo il flop del questionario di Torino, (http://ricerca.repubblica. it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/06/hai-abortito-indagine-spacca-buddisti.html ) la Soka Gakkai ha diffuso un altro questionario, questa volta in tutta Italia. Obiettivo del questionario è la risposta ad angoscianti quesiti: perché sono crollati gli abbonamenti? Perché Nuovo Rinascimento e Buddismo e Società si vendono sempre meno? Non essendo un profeta posso solo azzardare un'ipotesi: i membri si stanno "illuminando" e cominciano a percepire il grande bluff di Daisaku Ikeda e della Soka Gakkai

Soka Gakkai : In-coerenza dall'inizio alla fine. Ovvero: predicare bene e razzolare male. Nel Nuovo Rinascimento n.439 del 15 marzo 2010 l'editoriale a firma di Tamotsu  Nakajima verte sul grande principio "d'apprezzare e lodare ogni persona": È importante sentire gratitudine nel cuore, in qualsiasi circostanza e nei confronti di tutti, ricercando in ogni situazione e in ogni persona qualcosa di cui possiamo essere grati e che possiamo lodare. Apprezzare e lodare tutte le persone intorno a noi, non solo quelle che ci piacciono e con cui andiamo d'accordo, facendo tutto il possibile per incoraggiarle e sostenerle. MA COME SI FA? COME SI PUO? Daisaku Ikeda ha condotto per circa venti anni una lotta spietata contro Nikken Abe, disprezzandolo, mancandogli di rispetto e insultandolo senza ritegno, lui che è il Maestro dei maestri, leader buddista, rispettoso e pacifista! Attenzione, non sto dicendo che Nikken avesse ragione, non entro nel merito. Sto dicendo che non ci si può riempire la bocca dell'importanza del valore del "rispetto universale", cioè verso tutti e poi, come niente fosse, mancare di rispetto anche a una sola persona. E nel caso di Ikeda non è una sola persona. Quanti dice che sono i membri Soka? Altro che apprezzare e lodare tutte le persone intorno a noi, non solo quelle che ci piacciono e con cui andiamo d'accordo? Come sostiene il piccolo grande capo Tamotsu Nakajima: "questa gente pensa che chi li legge non capisca o che non ragioni, pensa che i membri siano disposti a bere tutto", anche contraddizioni palesi come questa. E alla fin fine devo riconoscere che, visti i "bambini di Ikeda", probabilmente hanno ragione. Daisaku Ikeda, Tamotsu Nakajima & company dimostrano di avere una così scarsa considerazione dei propri adepti che continuano a permettersi il lusso di predicare bene e razzolare male. Del resto la scappatoia è pronta. In caso di obiezione rispondono: segui la legge, non la persona. Peccato che poi nel gosho si legga che la legge non si propaga da sola ma che occorrono le persone e che, di conseguenza, le persone che propagano la legge meritano il massimo rispetto. Mi sembra inevitabile,anche limitandomi a considerare solo queste premesse, non riuscire a rispettare ne Daisaku Ikeda ne Tamotsu Nakajima. Nell'editoriale si cita addirittura "il Bodhisattva Mai Sprezzante (Fukyo), che riveriva la condizione di Buddità in ogni essere umano". Per quanto Io tenti di trovare un senso alla sfrontatezza che emerge tra il dire certe cose e i comportamenti di Sensei  e penso anche alla sua prostrazione davanti a Hu Jintao  mi trovo in difficoltà. Se devo prendere per buono il principio che in ogni essere umano c'è la buddità devo concludere che Nikken non era un essere umano. Altrimenti, essendo essere umano e, in quanto tale portatore di buddità, Daisaku Ikeda non lo avrebbe insultato. O pensate sia più corretto affermare che lui non avesse la buddità? Perché se avesse avuto la buddità Ikeda non lo avrebbe insultato. Ma se Ikeda dice che tutti hanno la buddità non va bene neanche questa ipotesi. E' davvero terribile trovarsi di fronte a questo groviglio inestricabile! Il sangue di San Gennaro si scioglie perché i credenti sono in ITAI DOSHIN? Nell'abbinamento del sangue di San Gennaro con il principio di Itai Doshin c'è qualcosa di più della battuta o, secondo i gusti, della provocazione. C'è il tentativo anzi, il desiderio, di sottolineare che certi punti fermi, banalmente riconducibili al principio che l'unione fa la forza, ma enunciati come profondi principi filosofici dalla setta pseudo-buddista Soka Gakkai, sono in armonia con il grande bluff di Daisaku Ikeda semplicemente delle ovvietà riscontrabili quotidianamente. Però, presentati come Itai Doshin, fanno tutto un altro effetto. Credo che il "fascino" esercitato su noi occidentali da certe modalità espressive non sia da sottovalutare. Magari ci si avvicina alla Soka perchè, avendo il Vaticano in casa, siamo stufi di prendere in considerazione la chiesa romana e così buttiamo via, insieme, il bambino e l'acqua sporca. Sia chiaro che non sono cattolico, anzi, che non sono credente. Ma i grandi principi universali del valore della vita, del rispetto, della fratellanza, della retta azione, del retto pensiero, che condivido, sono comuni a tutte le grandi religioni, sono, in altre parole, patrimonio dell'umanità, non monopolio della setta pseudo-buddista Soka Gakkai. Dunque, dicevo che ci si avvicina alla Soka e si rimane affascinati da una visione del mondo che ci appare nuova e sicuramente, sotto il profilo formale, lo è. Ma se si va a fondo, se si analizza, ci si accorge che, sotto il profilo sostanziale, tutta questa differenza non c'è. La chiesa romana dice di pregare Dio per risolvere tutti i problemi. La chiesa giapponese pseudo-buddista di Nichiren, portata avanti da Daisaku Ikeda dice di praticare per risolvere tutti i problemi. E solletica il nostro narcisismo, sottolineando che la grandezza è in noi, non in un'entità esterna. Da qui il malinteso senso di superiorità che fa sì che molti praticanti Soka si atteggino a "quelli che hanno capito", quelli che mica sono così scemi da credere in un Dio esterno. In realtà, sia che si creda nella chiesa romana, che in quella giapponese, ci troviamo davanti all'offerta di STAMPELLE. Entrambe le chiese ci dicono di appoggiarci a qualcosa, sottolineando la nostra strutturale debolezza al fine di poterci manipolare e soggiogare meglio. Che la stampella si chiami Dio o si chiami N.M.R.K. non cambia la sostanza dei fatti, cambia solo la loro forma. Non dimentichiamo che la chiesa di Roma ha adottato il rosario dagli arabi, che lo avevano importato dal Tibet, per produrre l'effetto mantra con la ripetizione dell'avemaria. Per fortuna l'essere umano è talmente grande e talmente forte che, anche se a molti sembra impossibile, può camminare con le proprie gambe e ragionare con la propria testa, senza pregare e senza praticare. Checché ne dicano la chiesa romana e la Soka Gakkai

Devadattak