Nichiren Daishonin - l'antitesi del Buddismo (ovvero la ragione di non mettere un "h")
Nato in riva al mare il 13 ottobre del lontano 1222, questo visionario personaggio già da piccolo fu bombardato di esoterismo in quanto iniziato ai "misteri" della setta Shingon (una delle tante società segrete che si basavano su rituali magico/mistici).
Morì a 61 anni pazzo e fanatico come visse nel 1282, lasciando un eredità basata sull'intransigenza, la xenofobia e soprattutto nella convinzione di essere Lui il vero ed unico Budda (con validità retro-attiva ovviamente).
A 30 anni si affilio alla setta occulta Tendai (ma è proprio un vizio) e da qui cominciò ad elaborare una sua personalissima dottrina riducendo gran parte della filosofia buddhista a un paio di capitoletti del Sutra del Loto. Questa forma rielaborativa non è originale di Nichiren bensì già predicata da molte scuole buddiste (sempre segrete e a pasta esoterica), ma da lui fu arricchita con tre insegnamenti fondamentali e soprattutto pratici:
1) La creazione di un mandala - il famoso Gohonzon.
2) La formulazione dell'articulo primis: NAMU MYO HO REN GE KYO (notare la "u" che oggi non c'è più; è stata tolta per facilitare la recitazione).
3) La xenofobica pretesa che il Giappone fosse il paese deputato al vero Buddhismo e rendere così il suo amato impero "faro" divulgatore dell'unica verità.
In base a questi principi i suoi successori, nonché egli stesso, si sentirono autorizzati e legittimati a sollevare le masse per profanare, saccheggiare, uccidere, depredare, infamare e avanti così. Dato che il Giappone attraversava una forte crisi sia istituzionale che morale, guarda caso i primi recettori forti delle sue teorie furono personaggi provenienti da due caste non proprio pacifiste ed altruiste: i SAMURAI ed i RONIN (mercenari). Il potere centrale si allarmo e fece di tutto per osteggiarlo. Non trascorse molto che fu esiliato per ben due volte; ma essendo un tipo caparbio non mollo mai la presa. Credendolo rinsavito il governo centrale lo "perdono" e così il buon Daishonin fece ritorno alla capitale. Ma questo è quello che speravano i potenti di allora. Invece l'attività politico/mistica di Nichiren divenne più forte, incisiva e frenetica. Da li a poco lo Shogun lo fece giudicare sbrigativamente ed un tribunale lo condannò alla decapitazione. Come si è salvato questo pacifico monaco? Be....grazie al solito "miracolo": "...ed egli impassibile ed in ginocchio davanti al boia... recitando la formula magica... fece in modo che scoppiasse un terribile uragano (con tutti gli annessi e connessi - fulmini, saette, luce sfolgorante, rumbe e fuoco, ecc)..." Tutti rimasero terrorizzati e passato lo spavento, molto turbati. Il popolo invece lo acclamò salvatore e profeta. I potenti che sono tali perchè usano il cervello (male o bene lo giudica la storia e non noi) gli chiesero umilmente di ritirarsi nell'isola di Sato. Molto dopo (1274) gli fu infine ri-concesso di tornare a Kamakura (la capitale di allora) ma questa volta il suo atteggiamento era definitivamente cambiato in quanto, riprendendo la predicazione, lo fece con una buona dose di moderazione. Infine fondò e si ritirò nel Monastero di Minobu e li nella pace e gloria del suo credo affidò i supremi segreti del suo insegnamento esoterico.
Morto il profeta i discepoli subito si divisero e si misero a tramare per ereditare il germe primo e la supremazia sugl'altri contendenti: Nisshō, Nichirō, Nikkō, Nikō, Nichiji e Nicchō.
Col passare dei secoli la setta crebbe rapidamente, con i suoi alti e bassi fino a quando nello scorso secolo fu ripresa e potenziata dal primo presidente della Soka Gakkai: Tsunesaburo Makiguchi che fu in grado di evolvere e re-inventare le direttive di Nichiren plasmandole al Giappone degl'anni 30. Poi venne Josei Toda ed infine il mitico Daisaku Ikeda; ma questa è storia dei nostri giorni...
E' grazie allo scintoismo che l'esoterismo di Nichiren è riuscito a passare attraverso il tempo ed ai suoi filtri. Infatti, sfruttando un compromesso teologico, un giapponese poteva/può essere al contempo sia buddhista che scintoista: I rituali ed il nuovo credo sono (in un certo modo) la spiritualizzazione del culto scintoista, ovvero: la famiglia, l'imperatore, la patria e la gerarchia.
A nostro parere i punti salienti della "filosofia" di Nichiren devono essere letti da un'altra prospettiva:
a) Nichiren non ha fatto altro che cristallizzare la saggezza degl'insegnamenti del Buddha con un intelligente gioco di volgarizzazione e semplificazione della vasta letteratura buddhista in punti essenziali e materiali, portando il messaggio originale su un piano di facile assimilazione per le masse e dando all'uomo uno strumento di riferimento per la pratica corrente della vita e dei sui misteri.
b) Nichiren ha fatto si che le verità di un testo sacro fosse comprensibile e propagabile utilmente, sotto forma di "assicurazione", incanalabile verso la soluzione delle sofferenze della vita.
c) Il buddismo di Nichiren è radicalmente diverso da altre scuole buddhiste in quanto non respinge la vita del mondo fatta di apparenze. Esso mira a rimodellare lo spirito dell'uomo, ma non nel senso più profondo della stessa essenza della vita ma dirigendolo verso una correzione pesante della struttura dei sui desideri. Da qui l'illuminazione che il conflitto tra i diversi desideri espressi caoticamente sono causa di ansietà e instabilità. Ma grazie al Daishonin questi desideri vanno riordinati in una nuova struttura stabile e soddisfacente per raggiungere infine alla decifrazione ed alla maturazione del proprio "io".
Come sfata J. Herbert, il credo Nichireniano è una "...illuminazione, bisogna intendere che l'uomo è giunto a questa giusta struttura del suo spirito. Gli eccitamenti, provenendo dal centro, non provocano più nel suo spirito tensioni contraddittorie. Ansietà ed instabilità scompaiono. L'uomo non soffre più delle miserie della vita. Il mondo, intorno a lui, rimane immutato, ma la vita di miseria diventa una vita di felicità. Quando è giunto all'illuminazione, l'uomo gode totalmente della vita terrena..."
Concludiamo che il buddismo di Nichiren si basa su un approccio terreno del senso della vita, è una "filosofia" (vogliamo gratificarli di questo importante riconoscimento solo per comodità di esposizione) che afferma la vita nel suo presente, nei suoi momenti vissuti, nell'affermazione esclusiva del proprio "io".
Noi traduciamo tutto questo alla luce di quello che è oggi la Soka Gakkai: affermazione di un modo di vedere la propria esistenza solo dal punto di vista del proprio "EGO" e di conseguenza improntare la propria miseria su basi terrene senza sbocco se non quello di raggiungere uno stato di auto-gratitudine, di auto esaltazione all'interno di un collettivo auto-esaltato ed auto-gratificato, pieno di false auto-illusioni e di auto-compiacimento fatto di stimoli di gruppo per le loro illusioni e compiacimenti. La vita invece riserva ben altre sorprese e di storie comuni di adepti miseramente caduti dall'alto del proprio ego ne abbiamo tante.
grazie dell'attenzione