Daisaku Ikeda Autore? Di Che?
La vasta produzione letteraria, a firma Daisaku Ikeda, si può sostanzialmente
dividere in diverse tipologie:
Quello che non mi convince è che
ognuno di noi ha un suo inconfondibile stile di comunicazione e che di
conseguenza è impossibile che una stessa persona sia disposta o in grado di
scrivere stupidaggini e contemporaneamente sottigliezze da studioso. Poi ho
scoperto che l'ufficio studi della soka, a Tokio, annovera >2600 persone. Allora
la domanda è: ma Daisaku Ikeda cosa ha scritto davvero? E poi un'altra domanda:
è più facile che una persona che non sa scrivere si faccia bella con testi
di altri o che invece una persona che sa scrivere si appropri di fesserie?
Tautologie di Daisaku Ikeda, della serie: Daisaku Ikeda, Autore di che?
Devo riconoscere che il sig. Daisaku Ikeda non finisce di stupirmi. Ha
dichiarato che il 2010 è l'anno della vittoria completa Soka e del progresso
dinamico dei giovani.
Riflessioni:
Il termine vittoria, di origine latina, è chiarissimo. Indica il superamento di
una difficoltà, il raggiungimento di un fine, la sottomissione di un nemico e
chi più ne ha più ne metta. Certo è che la vittoria è un fatto in sé compiuto e
concluso. Per esempio, la vittoria pone fine ad una situazione sgradevole per
una delle parti in causa, decretando il successo dell'uno e la sconfitta
dell'altro, indipendentemente dal fatto che si tratti di una vittoria su un
nemico, sui propri limiti o sulla propria oscurità fondamentale, tanto per
restare in tema.
Che dice invece Daisaku Ikeda? Parla di vittoria completa della Soka, come se
esistessero vittorie incomplete (da non confondersi con la vittoria di Pirro che
è altra cosa). Eppure dice sempre: il Buddismo è vincere o perdere, e qui non
specifica se completamente o no. Siamo chiaramente in presenza di una
tautologia: figura retorica dal significato ripetitivo che consiste
nell'aggiunta di contenuto ridondante, del tipo i quadrilateri hanno quattro
lati. Ma cosa dobbiamo capire da questa frase? Che la Soka non ha ancora vinto.
Andiamo avanti e analizziamo il progresso dinamico. Il termine progresso indica
un processo, quindi qualcosa che si snoda nel tempo, non qualcosa che sta fermo.
Questo processo porta dei miglioramenti rispetto a qualcosa di già esistente, un
cambiamento, un passo avanti positivo. In quanto tale , esprime dinamismo. Ergo,
il progresso è, per sua definizione, dinamico. Il maestro Daisaku Ikeda - più si
va avanti meno si capisce di cosa sia maestro - parla di progresso dinamico.
Altra tautologia. Dobbiamo supporre che esista un progresso statico? O dobbiamo
supporre che siamo in presenza di parole in libertà, poco riconducibili a chi si
autodefinisce maestro? Un Maestro le tautologie, cioè le fesserie, le ovvietà,
non le dice.
E poi le poesie, dove le mettiamo?
Ne "Il Nuovo Rinascimento n. 434 - 1 gennaio 2010" , SGI Divisione giovani ci
informa che i rappresentanti dei giovani italiani, hanno ricevuto dal presidente
Ikeda un regalo per l'Italia: una grande foto che ritrae la Torre di Pisa,
scattata dallo stesso Ikeda che a questa immagine ha dedicato anche una poesia:
«Ammirando in Italia / l'arte sublime / con i compagni di fede /quale emozione!»
Sfido chiunque a definire questa roba una poesia.
Devadattak